Laboratori con persone svantaggiate
Chi sono le persone svantaggiate? Sono i disabili? Vogliamo dire diversamente abili? L'argilla non giudica l'abilità delle mani che si muovono sopra di lei e la plasmano. L'argilla si lascia plasmare. Spesso chi è svantaggiato, nella scuola e nella società o nel corpo o nella vita, è avvantaggiato nei miei laboratori: io non ho voti da dare quindi nessuno può temere il mio giudizio, io vedo e sento soltanto l'entusiasmo di chi avvicina la materia e il colore. Guido le sue mani a fare quello che il più delle volte non credono di saper fare, e il risultato è l'espressione più vistosa della bontà di questa ricetta. La passione genera passione.
Devo dire che in tanti anni di lavoro di insegnamento ho trovato solo due ragazzini (amici e compagni di classe) che mi hanno detto con una stanca sufficienza (strana per dei 9enni) che il mio laboratorio di argilla non serve a niente. Non avevano nessuna "disabilità" ma solo un'enorme abbondanza di "virtuale" nelle loro giornate, e questo forse li portava lontano dal piacere della brutale fisicità del lavorare vera argilla e dipingere con pennelli in vero pelo di vero bue.
Al centro Sottosopra di Budrio passano le giornate (facendo ed imparando con operatori di rara umanità) persone che la vita, dal primo giorno o in un momento qualsiasi senza preavviso, ha portato a non potersi calare in una quotidianità professionale classica.
Gli ospiti di questo centro sono fra le persone che hanno amato di più il lavoro che ho proposto: percorsi completi, dall'approccio con le opere di un pittore famoso, all'argilla, alla sua cottura, coloritura, ricottura anche Raku, fino alla pittura di un supporto in legno e alla disposizione su essa delle formelle nate dalle loro mani...
Tutto il fare e tutto il risultato di questi passaggi hanno regalato al gruppo (di cui ho avuto l'emozione e l'onore di far parte) allegria, soddisfazione, entusiasmo, GIOIA VERA, pulita, senza età, senza disabilità, senza voto o giudizio.
Grazie!